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Pinerolo
Indialogo
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Settembre 2016
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Dialogo tra generazioni
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Politica
Giovane Young |
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Intervista al
sindaco di Pinerolo Luca Salvai
«Questi
primi mesi sono stati travolgenti»
"Continueremo
con la programmazione, prima di iniziare con i veri
obiettivi"
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di Emanuele Sacchetto
Pinerolo Indialogo - Anno 7 - N. 8/9 - Settembre 2016
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Avete
fatto il vostro ingresso a Palazzo in qualità di nuova Giunta solo
pochi mesi fa: come vi hanno accolti e come sono stati i primi passi
da neo-Sindaco all’interno della macchina comunale?
Questi primi mesi sono stati
travolgenti. In una parola, totalizzanti. E per
"totalizzante" intendo qualcosa molto più che
"impegnativo". Totalizzante è essere attivo ogni giorno ad
ogni ora. Ecco, essere Sindaco a Pinerolo a tempo pieno è un’esperienza
totalizzante. Il "Palazzo" ci ha accolti molto bene e ci
siamo subito integrati nella, seppur complicata, macchina comunale.
Quali sono le
priorità per i primi mesi di amministrazione? Quali gli obiettivi nel
breve periodo?
I primi mesi li
passeremo a fare programmazione. Prima di iniziare con i veri
obiettivi, infatti, è necessario organizzarsi e strutturare il
lavoro, per evitare sprechi di tempo, energie e denaro. Per quanto
riguarda le priorità, ne abbiamo molte, tra cui la realizzazione di
un piano di valorizzazione del patrimonio, un chiaro lavoro di
programmazione sull’edilizia scolastica (Nino Costa, ma non solo!),
nonché la riorganizzazione e ripartizione del lavoro del personale
comunale, al fine di evitare sprechi e migliorare il servizio offerto.
Tuttavia, non nascondiamo che spesso l’"urgente" prende il
posto dell’"importante". Ci troviamo, infatti, a dover
anche affrontare questioni ereditate dalle passate amministrazioni,
che richiedono una risposta immediata e che, inevitabilmente, fanno
slittare le priorità in agenda.
Quali saranno invece
le tematiche da affrontare con più calma?
Non con più calma,
ma sicuramente oggetto di progettualità su un maggior lungo periodo
saranno gli investimenti in materia di edilizia scolastica, al fine di
migliorare e mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici della
città. Un altro grande obiettivo su cui lavoreremo sarà la
partecipazione dei pinerolesi (e non solo) alla vita amministrativa
del territorio. In particolare gli ultimi sviluppi in materia di
governance dei rifiuti renderanno necessario un dibattito il più
possibile partecipato del territorio.
Per Buttiero era
stato coniato l’aggettivo "Super-Buttiero", in ragione del
suo metodo di lavoro accentratore. Ci sarà un "Super-Salvai"?
Qual è il suo metodo di lavoro in Giunta?
Certamente no. E’
impossibile accentrare tutto. La regola generale deve essere "mi
fido di tutti, fino a prova contraria". Il lavoro che intendo
portare avanti sarà il più possibile collegiale, frutto della
partecipazione dei cittadini e dei miei collaboratori in Comune. In
particolare, ho intenzione di fare un maggior uso delle deleghe ai
consiglieri comunali, in modo da valorizzare il loro ruolo e rendere
più efficiente la macchina comunale.
Abbiamo notato un
punto debole all’interno della vostra Giunta: la mancanza di un
assessore a tempo pieno per lavoro e innovazione. Come pensate di
affrontare questo delicato tema?
Dato il limitato numero di assessorati
disponibili, certamente questa è stata una scelta, condivisibile o
meno. Noi abbiamo preferito avere un assessore a tempo pieno al
turismo e alle manifestazioni, anche in ragione del fatto che,
purtroppo, in materia di lavoro e innovazione il ruolo del Comune è
piuttosto limitato. Ciò non vuol dire, naturalmente, che la nostra
gestione della cosa comune non terrà in considerazione questi
argomenti.
Un settore
strategico per l’innovazione è naturalmente la banda larga e
ultra-larga. Ce ne avevate già parlato nel 2013. Cosa farete?
Sono assolutamente d’accordo
che questo sia un aspetto molto importante per il territorio, ma mi
limito a evidenziare che in alcune zone di Pinerolo Internet, e
addirittura il telefono, mancano del tutto! Mi sembra, dunque, che le
priorità cedano il posto alle urgenze.
Parliamo del
collegamento ferroviario veloce con Torino. Quali sono le vostre
intenzioni in merito?
Questa sarà senza
dubbio una priorità della nostra amministrazione. Abbiamo sempre
sostenuto, infatti, che Pinerolo non può restare isolata e l’unica
forza per ricostruire una propria identità è, quasi paradossalmente,
quella di essere più legata a Torino. In merito al collegamento
ferroviario con Torino, è necessario impegnarsi di più nel dialogo
con Regione e Ministero e fare in modo che a richiederlo non sia
soltanto il Sindaco di Pinerolo, bensì tutto il territorio
pinerolese. Ciò che è mancato in questi anni a Pinerolo è un
Sindaco che uscisse senza timore dai confini della sua città per
andare a parlare con i Comuni limitrofi e metropolitani, per intessere
rapporti di valorizzazione della sua città e del territorio.
Veniamo alla spinosa
questione della riconversione dell’ex sede universitaria in scuola
elementare. La Nino Costa è davvero irrecuperabile?
In questo momento non
sappiamo ancora l’esito dello studio e non possiamo dire con
certezza quale sarà il futuro della Nino Costa. Certamente, dai primi
accertamenti la scuola non risulta rispettare le normative
anti-sismiche e per questo dobbiamo pensare a una soluzione. Tuttavia,
abbiamo interrotto i lavori al Sumi, in quanto riteniamo che, seppur
si tratti di un bellissimo edificio storico, non sia un posto adatto
ad ospitare una scuola elementare. Stiamo dunque valutando più
soluzioni, anche con la partecipazione dei genitori dei bambini
interessati.
Altre due questioni
molto spinose che dovrete affrontare a breve. Caserma Bochard e
maneggio Caprilli. Cosa farete?
Non nascondo
che abbiamo alcune perplessità in merito al progetto, assolutamente
molto interessante e ben fatto, di riconversione della Caserma Bochard.
Ci stiamo chiedendo, infatti, se un progetto da 7 milioni di euro
possa apportare a Pinerolo qualcosa di più in termini culturali,
economici e innovativi o se rischi di diventare un boomerang contro le
casse del Comune. In ogni caso non escludiamo nessuna possibilità e
il 17 settembre concluderemo il percorso di partecipazione con la
cittadinanza, per noi sempre molto importante.
Per quanto riguarda
il maneggio Caprilli, la situazione è molto incerta. Stiamo cercando
di trovare una soluzione che permetta di mantenere la gestione in capo
alla città (nella forma di gestione aperta al pubblico), lasciandone
tuttavia la proprietà (piuttosto onerosa!) in capo al Ministero.
Molti imprenditori
hanno affermato che, per attrarre investimenti, è necessario prima di
tutto avere una città pulita e accogliente. Non pensa che l’ACEA
dovrebbe pensare un po’ meno a far utili e un po’ di più a pulire
il territorio?
Sono
assolutamente d’accordo. Con la città sporca e l’erba da tagliare
nessuno verrà mai a Pinerolo. In merito ad ACEA, è sicuramente
necessario un miglioramento del servizio e una programmazione
strategica per il futuro. L’errore principale è tuttavia stato
quello di adottare la forma societaria SpA, che ha nel suo DNA l’obiettivo
di fare utili. In ogni caso Pinerolo deve tornare ad essere capofila
in questo ambito, e, per farlo, non serve imporre decisioni, ma
aumentare la partecipazione nei processi decisionali, coinvolgendo i
Comuni del territorio.
I giovani e
Pinerolo: un rapporto complicato. Vanno a studiare a Torino, all’estero,
ma spesso non tornano. C’è bisogno di investire in questo ambito?
Questo problema
è in parte generato e alimentato dalle questioni che colpiscono la
nostra città, di cui abbiamo parlato prima, primo fra tutti, la
mancanza di un collegamento veloce con Torino. Certamente Pinerolo non
potrà mai competere con il Capoluogo, se pensiamo alle attrazioni per
un giovane. Tuttavia, Pinerolo potrebbe diventare una valida scelta
per i giovani che, pur lavorando e studiando a Torino, decidano di
vivere la loro città, magari apprezzandone la tranquillità. Quel che
è certo è che ad oggi, senza un collegamento veloce, questa scelta
purtroppo manca, e i giovani si trovano costretti ad abbandonare
Pinerolo.
C’è bisogno dunque di far diventare
Pinerolo un’attraente e comoda alternativa a Torino, in modo
da cercare di riportare in città quel capitale umano che non possiamo
più permetterci di perdere.
Un’ultima domanda
provocatoria. Pinerolo è ancora la città del cavallo?
Il cavallo è
stato senz’altro un pezzo di storia di Pinerolo, non possiamo
dimenticarlo. Tuttavia, ritengo sia pericoloso e inutile cercare di
imporre a una città una particolare identità. L’identità si deve
costruire ed affermare dal basso, e in questo momento non so dire se
Pinerolo diventerà la città del cavallo o no. Dipenderà dall’effettivo
interesse degli attori coinvolti in questo settore. Quello che il
Comune sta facendo, è tentare di mettere insieme tutti gli attori che
gravitano attorno al cavallo nel territorio pinerolese, e vedere se
questi siano intenzionati a collaborare per la valorizzazione del
territorio. Ma il Comune non può certo imporre un’identità a
Pinerolo.
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Un nuovo inizio per Pinerolo?
Il
tempo dei proclama sembra essere finito. Così come il tempo delle
lotte e delle scaramucce di bandiera. Condivisione e
partecipazione sembrano essere le nuove parole d’ordine. E ci
piacciono! Pinerolo investe sul capitale umano, investe su un
progetto che non serva a raccogliere i voti per la prossima
campagna elettorale. Investe su un progetto di rinascita
identitaria. Un processo, questo, che impiegherà senz’altro
più tempo dei cinque anni di un mandato amministrativo, e che ci
vuol coraggio ad intraprendere, perché, forse, non porterà
risultati evidenti subito, e si sa che, senza risultati, i voti
rischiano di perdersi. Ma il progetto si basa sulle persone.
Quelle stesse persone che vivono la città, che ne costruiranno l’identità
futura, e che certamente voteranno in futuro un po’ meno una
bandiera, un po’ meno per tradizione di famiglia, un po’ meno
per conoscenza, ma un po’ più per identità territoriale,
perché alla rinascita di questa città, avranno preso parte anche
loro!
Lascio questo giornale ringraziandolo per l’importante servizio
che ha svolto e svolge per la nostra città ed auguro a Pinerolo
di trovare la propria identità culturale… L’aria nuova sembra
essere arrivata...!
Emanuele Sacchetto
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